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Cibo come nutrimento o cibo come piacere?

 

Quanti significati ci sono dietro l’assunzione del cibo? Davvero molti: si va dal sostentamento, fino ad arrivare alle mille sfaccettature culturali nascoste nel gesto di sedersi a tavola. 
 
Il cibo è vita, gratificazione e stimola i sensi, ma è anche convivialità, fantasia e passione e oltre ad essere fonte di nutrimento, veicola innumerevoli significati.
 
Cibo come tradizione - E’ nei piatti tipici e tradizionali che si conserva spesso una parte importante della cultura di un popolo, di una regione e si trasmettono saperi, sapori e valori.
 
Cibo come amicizia - L’offerta del cibo è il primo gesto di amicizia in ogni parte del mondo.
 
Cibo come ritrovo - In una famiglia è il momento di riunirsi e ritrovarsi insieme. E’ in tavola che affiora sempre un po’ di noi: i gesti di convivialità, i piccoli impacci, le ruvide cortesie, gli sbalzi di nervosismo, le nostre storie, i nostri piccoli e grandi problemi.
 
Cibo come rituale - L’attenzione nel preparare la tavola per se e per gli altri, la disposizione delle cose e dei piatti, la cura nel preparare i nostri piatti preferiti o quelli delle persone a noi care sono momenti preziosi da ritagliare come antidoto alla frenesia dei tempi d’oggi e da pensare come gesti per prendersi cura di se.
 
Cibo come piacere - Il piatto fumante davanti ai nostri occhi, il profumo, il gesto dell’assaggio, poi l’appetito saziato, sono tutte sensazioni molto piacevoli.
 
 
Ma il cibo ha anche un enorme valore culturale e può avere un significato molto diverso a seconda delle aree geografiche in cui si consuma. 
 
Ad esempio, negli Stati Uniti e in Gran Bretagna nutrirsi è diventato sempre più un atto individualizzato e di consumo prevalentemente privato. In Italia e in Francia, invece, il cibo ruota attorno agli orari dei pasti e della commensalità, con una dimensione essenzialmente sociale e pubblica.
 
Questo vuol dire che, soprattutto nella dieta mediterranea, vince il concetto del cibo inteso non come un mero fenomeno nutrizionale, ma piuttosto come sintesi di un insieme di valori storici, etici e culturali; in poche parole, del cibo inteso come piacere.
 
Filo conduttore di questo piacere è senz’altro la convivialità, cioè la condivisione in senso ampio di momenti della vita con altre persone, e, in modo particolare, la condivisione del mangiare. Non stupisce quindi che i popoli del Mediterraneo condividano un momento di serenità e felicità con altre persone nell’atto del mangiare insieme.
 
Le emozioni legate al cibo
L’entusiasmo legato al cibo nasce già nel momento della sua preparazione perché è già essa stessa un momento d’incontro e di scambio, un’esperienza di condivisione comune di qualcosa che è il frutto del lavoro, sapiente e spesso molto lento e paziente, dell’uomo.
 
I momenti d’incontro, siano essi interni al nucleo familiare o fra estranei, sono legati al cibo e al suo consumo, al fatto di essere “seduti attorno a una tavola”, al rito del mangiare: un rito che, inevitabilmente, è influenzato e definito con forza nei suoi modi, tempi, suoni, colori, immagini e sapori dallo spirito mediterraneo.
 
Sedersi a mangiare in compagnia, talvolta anche in tavolate gioiosamente chiassose, rinsalda i legami di parentela e amicizia e facilita i processi di coesione sociale. Preparare il cibo, scambiarlo, consumarlo con altre persone, condividendone il piacere e i segreti, rappresenta un modo di vivere che dà valore ai rapporti, al tempo dedicato all’altro, al buono e al bello delle esperienze sensoriali. 
 
Consumare i cibi che ci piacciono può sollevarci il morale e farci sentire soddisfatti e rilassati.
Per contro, il consumo dei nostri cibi favoriti a volte può causare effetti negativi quali il senso di colpa e il rimorso. 
 
Il cibo oggi
Per i nostri nonni i pasti erano momenti fondamentali, oggi invece lo sono molto meno. I pranzi e le cene si fanno sempre più spesso in maniera rapida, in piedi, da soli, con piatti pronti, per pura necessità. Le nostre tendenze alimentari dimenticano un concetto basilare: quello del piacere. E se fosse lì la chiave di tutti i nostri problemi alimentari? Alcuni esperti ci spiegano la necessità di riportare nei nostri piatti una buona dose di benessere.
 
Stiamo forse diventando paranoici? Restrizioni di ogni genere, scandali sanitari, campanelli d’allarme per un numero sempre maggiore di prodotti alimentari … A dar retta al moltiplicarsi delle raccomandazioni e ai commenti negativi in materia di nutrizione (più o meno giustificati), oggigiorno sedersi a tavola sarebbe un rischio e un pericolo. Un clima ansiogeno alimentato da fonti non sempre affidabili, che dimentica proprio una nozione fondamentale: quella del piacere.